Oggi un sito aziendale senza un blog o con un blog mal gestito è come un aeroplano con il serbatoio mezzo vuoto: presto o tardi finirà la benzina e saranno dolori. Il blog è quello strumento capace di attirare nuovi utenti sul proprio sito, e di lì iniziare quel fondamentale processo cosiddetto di conversione visite-clienti. Ma come in ogni aspetto della vita, anche nel blog ci sono azioni caldamente raccomandate e altre decisamente meno. Andiamo dunque a scoprire dieci semplici passi da tenere sempre a mente per aprire e gestire un blog nel modo corretto:

  1. Autorevolezza: assicurarsi di conoscere bene la materia di cui si sta parlando. Nello scrivere l’autore si pone come un esperto, dunque è molto probabili che altri suoi simili leggeranno e se troveranno inesattezze sarà fatto notare senza pietà
  2. Corposità: la lunghezza dei post non deve mai scendere sotto le 500 parole (non caratteri, parole) e l’ideale sarebbe che fosse di almeno 1000. Quantità verbale quest’ultima che Google di norma apprezza specie se…
  3. Utilità: … se si ha davvero qualcosa da dire, anzi comunicare. Alla base di un blog aziendale ci deve sempre essere la volontà (scelta) precisa di offrire delle informazioni utili all’utenza. Se nella pagina Facebook si può anche svicolare, sul blog non è ammesso
  4. Alternanza: sappiamo tutti che ciò che si sta scrivendo ha (sotto sotto) fini promozionali, ma ciò deve rivestire solo una minima parte. Diciamo 1 post ogni 5, non di più
  5. Condivisione: alla fine di ogni pezzo devono sempre esserci le icone per la condivisione sui principali social network: Facebook, Twitter e Google +. Trovano ormai sempre più spazio anche LinkedIn e WhatsApp
  6. Continuità: come tutta l’attività SEO e di inbound marketing, i risultati non sono per niente immediati. Ci vuole perseveranza. Le visite aumenteranno. Certo, c’è parecchia differenza se si scrivono due post al mese o due alla settimana
  7. Nicchia: il web è pieno (per non dire intasato) di persone più o meno esperte che scrivono degli stessi argomenti. Meglio puntare su un argomento ricercato che non investire sulla massa. La logica è la stessa delle ricerche in AdWords
  8. Pianificazione: ma dove vai se la strategia non ce l’hai? Cominciare l’attività di blogger aziendale senza aver pianificato almeno due mesi di contenuti significa votarsi al masochismo e alla fretta. Stati d’animo che presto o tardi emergeranno nello scritto, magari pubblicato tardi rispetto al normale o dal testo più breve o peggio ancora trattando un argomento poco interessante
  9. Link: all’interno di ogni articolo (meglio nei primi paragrafi), lì dove ha senso, linkare altri post del blog così da far navigare il più possibile l’utente sul sito. Da non disprezzare (a differenza di una volta) i link esterni, specie se quelli autorevoli (Wikipedia, Trenitalia, Banca BNL, etc.)
  10. Categorie: più avanti andrai, più il blog si riempirà di post. È importantissimo creare delle categorie, sottogruppi, etichette (chiamali come vuoi) suddividendo i temi trattati per argomento

Allo stesso modo, per la corretta creazione di un blog ci sono altrettanti (se non di più) step da non commettere:

  1. Risse: alla stregua dei commenti sui post social, qualora un utente commentasse un nostro post, ci deve essere la puntuale replica. A un apprezzamento, ringraziando e magari intavolando una conversazione; a una critica, rispondendo sempre in modo educato, capendo l’eventuale errore. Diverso è il caso dell’insulto (ricevuto) gratuito, il quale si può anche decidere di cancellare
  2. Superficialità: una volta il blog era sinonimo di diario personale, dove si poteva anche cedere a una scrittura colloquiale. Oggi, a maggior ragione se si scrive sul sito di un’azienda, va mantenuto un comportamento impeccabile. Nulla di ingessato, la scrittura deve essere fluida e senza errori
  3. No visual no success: se non te lo fossi ancora chiesto, domandati perché Mark Zuckerberg si è preso il disturbo di compare Instagram e ora il suo valore è di oltre 30 miliardi. I contenuti visual sono fondamentali da inserire nel testo
  4. Forma blanda: può sembrare un elemento da poco ma presentare un blog con il testo giustificato da una pessima immagine e Google stesso lo gradisce poco. Tassativo allineare a sinistra a bandiera
  5. Monoforma: la gente ha sempre meno tempo per far tutto. Un testo arricchito di elementi audio (video Youtube), Slideshare o anche infografiche, oltre ad aumentare la permanenza sul blog, saranno ancor più immediati del testo e di certo saranno apprezzati
  6. Scrivere per sé: uno degli errori più grossolani che si possa commettere, non pensare agli altri. Anche se crederete di aver trovato un argomento incredibile, la prima domanda da porsi non è se piace a voi o l’azienda, ma se interesserà il lettore
  7. Mr/s so tutto io: il mondo del blogging e di tutto il web è sempre in fermento. Pensare di non aver più bisogno d’imparare nulla significa favorire la concorrenza e gettare le basi per ritrovarsi disoccupati
  8. Non elencare mai: ci riattacchiamo al punto qui sopra. Aggiungere (se pertinenti) di tanto intanto elenchi numerati o puntati. Magari a te, blogger, non diranno nulla ma l’esperienza (e Google) al contrario li apprezzano in modo particolare. Te lo ripeterò fino alla nausea: non stai scrivendo per te!
  9. Assenza di Call to action: più il lettore si sentirà coinvolto, più avrà voglia di tornare a farti visita. Ciò ovviamente dipende da te e da come sarai in grado di farlo interagire
  10. Scordarsi l’obiettivo cliente: tu stai scrivendo su di un blog con la speranza di guadagnare la fiducia degli utenti e un giorno trasformarli in clienti paganti. Non sei un giornalista (puoi anche esserlo) ma in questo caso l’informazione non è il tuo fine, è un mezzo

E tu, hai qualche altro consiglio su cosa fare e non fare nella creazione di un blog? Lo spazio commenti è a tua disposizione.